Mi piace ricordare Plotino (dopo Platone e Aristotele...) per cui il bello e’ cio’ che risplende nella simmetria, bella e’ una statua per la forma che l’arte vi ha introdotto, il genio dell’artista che ha creato l’unita’ fra le parti molteplici di un oggetto. Bellezza percio’ uguale a creazione dell’intelligenza..
Allora oggi e qui andiamo alla ricerca della grande Bellezza, quella della scienza, del pensiero, della natura (grande creatrice originale e unica della bellezza) e della vita.
Come ha ricordato Manuela Arata, presidente del Festival delle Scienze: “Abbiamo sofferto per decenni delle conseguenze della riforma Croce e Gentile. Quando furono separati gli studi scientifici da quelli classici, la Bellezza sembrò spostarsi tutta da una parte, quella letteraria, lasciando dall'altra una specie di pensiero arido. Non è così, non lo è stato nei secoli. La Bellezza veniva espressa classicamente con una formula: la sezione aurea. Per non parlare del rapporto fra la musica, l'armonia e la matematica. Oggi finalmente cominciamo a riconoscerlo”.
Il “made in Italy” ha sempre avuto il suo pregio estetico principalmente nei settori più riconosciuti nel mondo: l'arte, la moda o la gastronomia.
Ma oggi qui a Genova viene presentato un progetto interamente ideato e costruito in Italia (Made in Italy) dall'Iit di Genova e dal Centro ricerca E. Piaggio dell'Università di Pisa: la mano artificiale.
Un arto perfettamente in grado di afferrare con la giusta forza anche oggetti fragili e piccoli come ad esempio una fragola e di manovrarla con delicatezza estrema grazie agli impulsi muscolari dell'avambraccio (scoperte preziose dei neuroscienziati).
Vogliamo ricordare una frase della grande Marie Curie: “Sono tra coloro che pensano che la scienza abbia una grande Bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico: è anche un bambino messo di fronte a fenomeni naturali che lo affascinano come una favola”.
Vittorio Bo, grande direttore del Festival, ha voluto sottolineare che “la luce, la gioia sono importanti contro i tempi difficili, lavoriamo per il futuro con uno spirito un po' corsaro: dobbiamo cercare orizzonti nuovi per restare attrattivi”.
Il Festival ha assunto un profilo sempre più caratterizzato dalla formazione: alla divulgazione scientifica si è aggiunto un approccio informativo per i giovani “per far conoscere le nuove professioni”, spiegano gli organizzatori. “I nuovi lavori che hanno cambiato il mondo e che ancora oggi il sistema scolastico non è in grado di rappresentare: chi avrebbe detto che Facebook poteva diventare un lavoro e redditizio?”.
Arrivano così per la sezione Capitani coraggiosi gli Imprenditori che portano ai ragazzi non solo la loro testimonianza, ma anche le immagini, i suoni delle loro aziende (ci saranno Catia Bastioli, Brunello Cucinelli ed Elena Zambon).
Quest'anno il Paese ospite del Festival è la Corea del Sud il cui sviluppo, innestato su una tradizionale cultura della Bellezza, è stato vorticoso: è il terzo Paese del mondo per registrazione di brevetti.
I momenti culminanti del Festival sono gli incontri con i protagonisti della ricerca perché la scienza può e deve farsi capire: lo sta dicendo a Genova lo psicologo Daniel Goleman, che presenta il suo ultimo libro sulla comunicazione scientifica che ci aiuta a capire dove viviamo.
Cosi’ anche l'intervento dell'antropologa Nina Jablonki sull'evoluzione del colore della pelle legato alla Bellezza umana e’ molto stimolante.
Giorgio Vallortigara, studioso del cervello degli animali sta affascinando gli ospiti parlando del cervello della gallina, simbolo ingiusto di stupidità.
E il filosofo naturalista David Rothenberg parla dei suoni degli animali.
In questo luogo affascinante, in cui ad ogni passo si respira un’aria particolare, si capisce che l'importante è non fermarsi mai al luogo comune perche’ la ricerca (aperta a tutti) e’ una cosa straordinaria.
La raganella con i colori della muta è il simbolo grafico di questa decima edizione: il mondo cambia pelle se vuole diventare più bello, le idee balzano in avanti sulle zampe della raganella anche se non sanno bene dove atterreranno, la casualità fa parte del quid imponderabile della scoperta.
Il Festival 2013 e le scuole
Nell’anno del suo decennale il Festival della Scienza decide di ripartire dalla bellezza nel tentativo di muovere quello spirito di avventura che potrebbe consentirci di trovare nuove strade per uscire dal periodo critico che ha travolto la nostra società. Nei tantissimi eventi in programma, gli insegnanti possono trovare un'ampia gamma di contenuti, per coinvolgere le classi in un viaggio nel segno della curiosità e per scoprire e condividere il fascino della conoscenza.
12 giorni dedicati di mostre, laboratori, spettacoli, conferenze, incontri ed eventi speciali finalizzati alla promozione, valorizzazione e divulgazione della cultura scientifica e tecnologica che formano un ricco programma di iniziative studiate per stimolare l’interesse di qualsiasi fascia d’età o livello di conoscenza. Un'occasione per toccare con mano la scienza in modo efficace e divertente.
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