Unicef, grande acquirente al mondo di pasta di arachidi ad alta energia, ha acquistato abbastanza lo scorso anno per sfamare oltre due milioni di bambini, un aumento di 15 volte nel corso degli ultimi otto anni, e l'importo più alto mai registrato. Quasi la metà proveniva dagli stessi Paesi africani colpiti dalla mancanza di cibo con conseguente risparmio di tempo e denaro.
Un’invenzione pari a quella della penicillina, secondo alcuni, la cui somministrazione e’ molto semplice: non serve un dottore né un ospedale, nemmeno un frigorifero. I bambini possono mangiare la pasta di noccioline a casa senza bisogno che sia cucinata nè allungata con l’acqua. Il prodotto una volta aperto non deperisce. Gli ingredienti sono quelli base: latte in polvere, grassi vegetali, zucchero, vitamine e minerali.
La malnutrizione uccide circa (forse piu’ che meno) un milione di bambini all’anno, 20 milioni quelli colpiti. L’Unicef incoraggia molto i Paesi africani a produrre il nutrimento in loco.
Sono 19 i produttori di Plumpy Nut, tra cui il Sudan, Haiti e il Burkina Faso. Alcuni lavorano in franchising con la compagnia francese Nutriset, altri invece confezionano una versione generica del prodotto.
In Niger esiste una fabbrica, aperta tre anni fa, che quest’anno produrrà abbastanza pasta per trattare 300mila casi di malnutrizione: “Produrre in loco è fondamentale – dice Ismael Barmou vicedirettore esecutivo della sede - se dovessimo importare Plumpy Nut perderemmo tre mesi di tempo. Noi dobbiamo pensare a fare in fretta”.
Nel 2005 quando fu lanciata la pasta di noccioline venne data a 60mila bambini colpiti dalla fame in Niger, il 90% guarì completamente. L’Oms diede la sua approvazione due anni dopo.
Fonte: The Independent
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