“In Italia le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità, mentre i tumori si collocano al quarto posto nella popolazione generale, e al secondo se consideriamo solo gli uomini. Dieta, esercizio fisico, astinenza dal fumo e, in generale, uno stile di vita sano sembrano essere, sulle base delle più recenti scoperte scientifiche, i nostri principali alleati nel combattere tali patologie. Ma oggi c’è di più. C’è l’evidenza, emergente, di un legame stretto e indissolubile tra malattie del cuore, tumori e cervello.
Uno studio recente condotto su 7.000 persone durante un arco temporale di circa 7 anni ha evidenziato che chi presenta segni di depressione ha fino al 75% di probabilità in più di sviluppare una patologia cardiovascolare rispetto a chi non soffre di disturbi psicologici. Ma non è tutto.
La depressione, se presente dopo un evento cardiovascolare acuto o intervento, aumenta significativamente il rischio di ricadute e diminuisce la sopravvivenza a lungo termine. Quadri di sofferenza psicologica mostrano correlazioni significative anche con l’incidenza dei tumori e con il decorso della malattia oncologica. Nel tumore al seno, per esempio, confrontando due gruppi di donne con malattia in fase avanzata si è osservato che chi riceveva un trattamento psicologico specialistico per la cura di sintomatologia a carattere depressivo nel periodo successivo alla diagnosi, ha avuto una sopravvivenza più che doppia rispetto a chi era curata solo dal punto di vista medico.
A questo si aggiunge il fatto che se un paziente recupera dal punto di vista fisico ma rimane sofferente da un punto di vista psicologico, la sua qualità della vita (benessere sul posto di lavoro, relazioni interpersonali, vita famigliare, progettualità) risulta compromessa.
E, se patologie cardiovascolari e oncologiche sono tra le principali cause di morte, non sono più rassicuranti i dati sulla prevalenza dei disturbi psicologici che evidenziano come tra il 1990 e il 2013 l’incidenza di tali patologie a livello mondiale sia aumentata di circa il 50%, passando da 416 milioni a 615 milioni di casi e pesando sull’economia globale per circa 1 trilione di dollari all’anno.Sembra quindi assolutamente necessario che oltre al cardiologo e all’oncologo, anche lo psicologo si prenda cura del paziente con patologia cardiovascolare o oncologica in modo tale da curare tutti gli aspetti che possono influire negativamente sulle cause e sulla prognosi di queste patologie, oltre che sul costo sociale che la loro elevata incidenza causa ogni anno nel mondo. Nonostante tali evidenze, però, l’aspetto psicologico delle malattie oncologiche e cardiovascolari è ancora molto sottovalutato, almeno nel nostro Paese, dove, ancora oggi, pochissimi Centri integrano la psicologia nel tradizionale percorso di cura”
Gabriella Pravettoni - Responsabile della Divisione di Psicologia IEO-CCM.
Centro Cardiologico Monzino Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
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